Donna e uomo: due domande diverse

Donna e uomo: due domande diverse

Cari lettori,

mi sono assentata più a lungo da questa piattaforma in quanto – fino a qualche giorno fa –  scrivevo per un blog aziendale, quello del >Giardino dei Libri.

Eccomi, dunque, di nuovo.

Dopo >Donne che amano troppo siamo passati a >Donne che fumano troppo.

Che ci sia un legame tra amore e fumo?

Certo non si può generalizzare, tuttavia in questo periodo storico, potenzialmente fantastico, in cui ci stiamo avvicinando a comprendere che siamo responsabili al 100% della realtà che ci circonda, questa chiave, frequentemente, è imbracciata quasi come una “minaccia”.

Fumi? Stammi lontano e sappi che sei responsabile di questo tuo biasimabile vizio. Anzi, te lo meriti vista la tua inconsapevolezza.

Si tendono a confondere livelli di comprensione diversa. Come se fossimo già tutti risvegliati.

Se non vivi l’amore è perché non ti ami e se non ti ami son cazzi tuoi.

Ho avuto la fortunata occasione d’incontrare almeno due personaggi pubblici – uno nella realtà, dell’altro il suo insegnamento – che hanno preso l’iniziativa aperta, assai demodè di questi tempi, di chiedere scusa alle donne, facendo addirittura ammenda di tutti i torti che storicamente hanno vissuto.

La donna, sì, poco o nulla amata.

Uno è tra i pochi che io sappia che abbia risposto alle lettere di alcune donne con disordini alimentari e il vizio del fumo: “mangi tanto perché non sei amata, fumi per lo stesso motivo”.

Il malinteso emozionale sta nel pensare che a questo debba seguire – “poverina me” e “è colpa sua”.

Si rendono conto gli uomini di quanto feriscono le donne? Le donne si lasciano ferire – vero –dunque, e ancora, fatti loro e morta lì?

Quale l’abbaglio della donna (certo non tutte le donne)? Primo, accettare la disonestà dell’uomo – ancorandosi a sentimenti di eccitazione e convenienza – e, contemporaneamente, di paura, quella di essere lasciata. Poi, rendere le sue intuizioni delle pretese emozionali.

Per l’uomo (certo non per tutti gli uomini) la donna – il mistero che incarna – viene dopo… dopo questo e dopo quello, il lavoro, la carriera, gli affari, la politica, la cultura, l’illuminazione, l’ascesa spirituale… e questa realtà è talmente assodata che passa per ovvia, come se fosse una legge di natura.

Tale e quale all’uomo, così si vede ed è vista. Quando è vista. Avendo confuso la “ricerca” di amore con quella di eguaglianza.

La donna che chiede di essere amata è fuori moda, che ami se stessa e poi ne riparliamo.

Certo tutto vero, a che livello però? Al livello dell’amore supremo, dell’amore galattico, cosmico? E la tua di vita amorosa, quella che vivi tutti i giorni e condividi con la donna che hai al fianco, com’è?

“Ti ama, sì – ma ti ama abbastanza?” Rincara l’insegnamento di cui sopra.

Quand’è stata l’ultima volta, donna, che ti sei lucidamente chiesta se “ti ama abbastanza”? E non intendo quel modo emotivo e pretenzioso che elemosina amore.

È possibile chiederselo senza che debba essere emozionale e colpevolizzante. E se ti accorgi che non ti ama abbastanza, comincia a fidarti, sii responsabile, diretta.

Certo, voi direte, vale lo stesso per l’uomo. Siffatta e livellante è la cultura.

Propongo una novità per l’uomo, che lo renda uomo: «La amo abbastanza?

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