Stop: lavori in corso
Caro lettore,
fidarsi di una pausa – di uno stop – che accade senza essere pianificata, può creare disagio. Eppure, è rigenerante. Una pausa, fatta di poche parole, di ascolto, di attese. Fatta di niente. Quasi fa paura a dirlo. Fatta anche di uno spostamento inaspettato che si trasforma in una vacanza inusuale. Forse, un reinventarsi. Questo è ciò che mi offre l’afa di questi giorni.
Un sostare non voluto e che un giudice severo potrebbe bollare come improduttivo. Quel giudice lì, quello interiore, avrebbe qualcosa da dire, in ogni caso. L’estate sollecita questa attitudine, chiama a rallentare, dona lo stop di un tuffo in acqua fredda di sorgente. Come quello di qualche giorno fa.
Così fredda e nitida da arrestare perfino i pensieri. Un tuffo, qualche bracciata e sei rigenerato.
La vivo sulla pelle, la grazia dello stop. Così la chiamo. Tanta è la forza di un solo momento di non-mente, che il tuffo è al contempo nell’acqua e nella grazia.
Stai correndo al bip della notifica che arriva? Allo squillo del telefonino? Asseconda, magari, l’attimo di uno stop, un frammento di spazio tra l’impulso e la reazione, il momento di un tuffo senza ripensamenti, una microvacanza inattesa. Ascolto. Un attimo di rottura, un intervallo impercettibile e rigenerante, nessuna eiaculazione precoce 😀
Che altro mai dovrebbe essere questa benedetta meditazione?
E nel frattempo, tiro fuori dalla segnaletica, quel noto cartello: lavori in corso.
Tra questi, il viaggio, dall’1 al 10 dicembre, in India, ai templi dell’amore tantrico.
Vieni?