Consapevolezza corporea, meditazione, auto-indagine
Se non puoi trovare la verità proprio dove sei, dove altro ti aspetti di trovarla?
-Dogen Zenji
Tu sei dove il tuo corpo è. Il corpo è sempre nel momento, vibrante di vita. Il piacere di tale “formicolio vitale” è percepito nel corpo, il gusto dell’amore, della bellezza anche…
“Il corpo risvegliato” è desto alla Vita, all’Intelligenza Suprema che lo attraversa. È il corpo interiore, foresta e mistero, in cui calarsi e ristare – riposare – il corpo nel presente, inclusivo – bodyfulness. Dove il Divino è più vicino se non al tuo corpo?
Il “corpo risvegliato” è lo strumento principe, è corpomentespirito, un’unica Carne. Un unico ampio senso, e tale consapevolezza è “piacere”, gioia. Mindfulness è questa capacità di essere consapevoli, essere dove si è e da lì muovere. Essere nel corpo – ben diverso dall’essere il corpo – è Ascolto. E l’ascolto è cura.
La parola meditazione (bada caso), stando alla sua radice etimologica mederi significa cura. La parola cura –a sua volta significa osservare, vedere e anche vigilanza premurosa, Ascolto. È pratica della presenza, porre attenzione senza intenzione-tensione.
Meditare ha molto a che fare con il frequentarci – esserci intimi – così come frequentiamo un amico, per conoscerlo a fondo. Frequentarci senza raccontarcela, così come siamo. Esplorarci con onestà, oltre l’ansia di miglioramento, di sviluppo, di aggiustamenti: auto-indagine.
L’indagine (self inquiry) è, nella mia esperienza, il suchness, il “ridotto all’osso”, il laser della conoscenza della “mia” natura essenziale, l’interrogativo esistenziale che va dritto al punto, all’esperienza diretta, il “chi sono io, davvero?” È l’altra ala della meditazione, senza la quale, le abitudini mentali si lasciano temporaneamente acquietare ma non si destrutturano.
Riporto a questo proposito una risposta del grande R. Maharshi:
Non ci sono altri mezzi per rendere la mente quieta?
«Al di fuori dell’indagine non ci sono mezzi adeguati.
Se si cerca di tenere a bada la mente attraverso altri mezzi come il respiro (controllo, osservazione), il mantra… la mente diverrà quieta, ma lo diverrà soltanto fintanto che la disciplina del respiro e del mantra saranno attivi, per poi cominciare di nuovo a vagare».
La meditazione e l’indagine dovrebbero sempre procedere fianco a fianco…
I benefici: senso di quiete e serenità indipendentemente dal contesto o dall’attività intrapresa, senso di radicamento, chiarezza mentale e capacità di occuparsi di ciò che la situazione richiede senza pre-occuparsi, agire senza sforzo, percezione diretta, un’attitudine intuitiva e creativa, giocosità e senso dell’humor, espansione e coscienza dell’altro…