Dall’eros al porno, aggirando il sesso
Porno – tutto quello che prima era erotico ora è porno, con un manuale d’istruzioni – quello della pornografia – a senso unico.
In bocca a Casanova non avreste mai sentito la parola sesso, sarebbe stato come disvelare il mistero che circonda la Grotta Preziosa, la Natura e lo Stelo di Giada, il Flauto.
Tutto aleggiava e ha aleggiato, fino a poco fa, intorno a Eros – un dio – nell’attesa consapevolezza che l’atto d’amore fisico disveli la sua natura divina. Adesso l’uso della parola eros, erotismo, sta sparendo, sostituito dal termine in auge: porn, porno. Tutto quello che prima era erotico ora è porno, con un manuale d’istruzioni – quello della pornografia – a senso unico.
Ora, ciò che prima era immagine erotica con il carico poetico naturale alla vita, si traduce subito con la parola porno – pornografia – di uso meccanico (basta digitare una url) e, soprattutto, di furbo uso commerciale, quale chiave di ricerca. Il termine porno – nuovo “verbo” – sta informando il mondo, dando al mondo – letteralmente – una nuova forma. Altro che parole come aria fritta! L’esperimento di Emoto non vale solo per i suoi vasi e boccali. Siamo, al più, fatti di acqua
In milioni usano la chiave di ricerca porn. Rari i sopraffini, che digitano la chiave eros. Digitare amore è, poi, da impediti. In quanto alla parola sesso, il suo impatto è ancora tale, che quasi ci si vergogna. Intimidisce. L’algoritmo stesso arrossisce, censurandone l’uso. Ma, non l’uso di porno, anzi, ben venga il guadagno!
Si è passati dall’eros al porno e il fenomeno sesso, resta, nel frattempo, poco o nulla compreso.
Fare porno non è fare sesso, come predica un certo lavaggio del cervello. È fare sesso senza amore.
Anche quando sventolata senza ritegno, la parola sesso, trattiene un’ombra imbarazzante, quella della nascita con la morte a seguito. Quella della distinzione maschio-femmina. Quella vulnerabile del pudore, dell’intimità, dello scambio, su cui è scomodo e può essere doloroso, soffermarsi. Meglio stappare, consumare, buttando il vuoto a perdere. Il vuoto, però, quello percepito nell’intimo (roba diversa dalla lingerie sexy :-D), non è cestinabile.
Eros è il dio dell’amore. Quell’amore di cui non voglio sentire – nell’intimo – la mancanza. Quello del dare e prendere, dello scambio, dell’unione. Sesso in ebraico significa gioia. Il sesso, il più nobile e consapevole degli organi, la via regia prescelta dalla Vita. Solo quando lo accolgo con rispetto posso vederne la grandezza e il limite. Il porno, tuttavia, non rispetta il sesso, lo riduce a puro fatto materiale, robotico, antierotico. Quale gioia duratura può dare quello scempio che ne fa la pornografia?
Vi siete mai chiesti il significato di porno? Eccolo:
Dal greco: porne-meretrice, dal verbo pernemi-io vendo, di origine indoeuropea.
Cosa altro, se non una mente aggressiva – che ama dominare-mercanteggiare sul corpo della donna ovvia meretrice – avrebbe potuto coniare e portare alla ribalta tale parola?
Nessun dito moraleggiante puntato ma il rispetto della forza, nella parola, che informa e da forma.
Ecco, allora, che trovo ipocrita sentir frignare con pubblico sdegno su femminicidi, stupri, pedoscandali e false moralità.
Ogni volta che usi e digiti la parola-chiave “porn” sei responsabile di questo tipo di mondo che continui a creare, ispessendolo.