Decrescita. Dei pensieri.

Decrescita. Dei pensieri.

Scoperte, facendo il risotto.

cucinando-il-risottoS’inneggia alla decrescita, ma la vera decrescita che possa davvero avere un effetto sulla mia qualità di vita (e come una goccia dell’oceano, sulla vita del genere umano), è quella del volume dei pensieri. Ogni atto creativo, che nutre, nasce da una mente a riposo, da una spaziosità createsi nell’affollarsi dei pensieri, da un intervallo, un silenzio, da un Vuoto colmo di spazio, come quello della pentola in cui facciamo il risotto. Prova a farlo in una pentola piena? No possibile 🙂

L’attenzione è il fuoco. Troppa fiamma asciuga, attacca, contrae. Poca e dispersiva, lessa. Come quando la testa cade per un attimo e un rivoletto di saliva è pronto sull’angolo della bocca. Un fuoco vivace, senza strappi e picchi, cuoce a puntino il mio risotto.

Lasciar andare i pensieri è un po’ come lasciar andare le cose. Ce ne sono alcune che mi piacciono molto, ci sono affezionata, come alcuni soprammobili senza funzionalità. Mi fanno apparire. Senza potrei sembrare spoglia. Nuda. Compro così un altro soprammobile. Inutile. Molti pensieri sono inutili, a parte quel tipo di ragionamento che mi permette di cercare la chiave di casa, nella tasca interna della borsa blu. O era quella di tela gialla?

Ciò che è stupefacente tuttavia è che osservo tutto questo, anche la mano attenta che prende la presina di stoffa per ritirare la pentola dal fuoco, senza bruciarmi, mentre l’altra spegne la fiamma. Osservo senza sforzo e nel farlo osservo l’osservare.

Il risotto è profumato e fumante. Il piatto, per fortuna è vuoto. Buon appetito!

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