decrescita personale

decrescita personale

A dispetto dell’offerta di crescita personale e come produrla, abbiamo tanto bisogno di “decrescita”. Decrescita personale – della persona

Chi, del resto, non vuole esser “più grande”, identificando in tale crescita quella del suo stesso valore?
Vorrei associarmi sull’offerta di un tale prodotto – gli “utenti” capiscono, prometti il gran finale e lavori di più.

Abbiamo tanto bisogno di “decrescita personale”, tuttavia.
Decrescita della persona.
Questa spasmodica ricerca della personale rilevanza sta indottrinando diversi cervelli all’onnipotenza, privilegio e condanna all’insoddisfazione perpetua – dopo una temporanea sazietà.

La persona – il “sovrapposto”, l’inevitabile costrutto mentale posto in atto dall’educazione dei vari mentori – è avida, prona all’obesità e nel tentativo di cercarsi unitaria-unita rimarca, in modo sotterraneo, il senso illusorio di separazione.

La persona è la maschera. Si veda l’etimo al quale – come il mio barbamaster – torno volentieri, quando le parole vengono ripetute per consuetudine in specifici contesti, perdendo ogni contatto con il pensiero vivo. Crescita personale, per quanto ce la raccontiamo in modo diverso alla bisogna, significa crescita della maschera, della persona, inflazione del dio io-me. Niente di sbagliato eh! Neanche di giusto. Ed è anche vero che:

È proprio questo che vogliamo portare là fuori?

Nell’ubriacatura che viene dalla “superbia” di aiutare gli altri nella loro crescita – chi aiuta chi? – la soddisfazione, l’autocompiacimento trovano nutrimento in quella “inflazione personale”, la soddisfazione del mio-me. Oltre a ispessire la pretesa, che qualcuno finisca-corregga, il lavoro di crescita della persona – (carente? Insufficiente?) – iniziato da babbo e mamma; mamma, soprattutto.

Questo è il primo tranello – per capirsi.
Il secondo è il bisogno di arrivare a fine mese.
Quello olistico è diventato il mondo del compromesso.

È davvero questo, quello che vogliamo portare là fuori?

Ho molto apprezzato l’incontro con uno storico maestro di chigong – uno dei più validi in romagna – che lavora alla pompa del metano e poi, offre i suoi corsi e seminari senza “contaminazioni”.

Questo continuo dirsi per imporre la nostra visibilità sta canalizzando oscurità e gonfiando la fiera delle illusioni.

La persona che fa e disfà, che può crescere (e decrescere), signore e signori, è la sorgente della sofferenza.
E così sia!

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