Educare l’uomo all’amore
Il sesso è ciò che differenzia – seca, distingue – in modo netto i due generi. Il che significa – spesso accantonato – l’intero sistema endocrino-ormonale, i neuro trasmettitori e certe aree del cervello. E l’emozionalità a essi connessa.
Biologicamente siamo diversi. Gli uomini per es. non sono soggetti al totale ritiro ormonale, della fecondità. A 38 anni o giù di lì la donna riceve il primo annuncio fisiologico di un lento e graduale, molto graduale, spegnersi dell’attività riproduttiva. Impercettibile. Quello che accade è una sorta di solleone per l’estate, che si protrae con energetici lapilli fino ai 42-45, quando cominciano, con grazia e lucentezza – per chi sa vedere e sentire – a cadere le stelle, gli avambracci e l’interno coscia . Organicamente, siamo terra, soggette a stagioni.
È qui – dopo i 45/50 – non conoscendo l’uomo (molti non tutti) altro modo di fare l’amore che non sia fare sesso martellante o non farlo – che la donna è portata a rinunciarvi, ad allontanare l’uomo e il sesso – o a diventarne avida – protraendo questa matura adolescenza tra ormoni sintetici e lubrificanti. Anche qui c’è un dictat biologico/animale – che l’uomo continui a riprodursi con chi è pienamente fertile. Sebbene la riproduzione sia nobile, questo è un peccato per la donna e una “disgrazia” per l’uomo. Quella donna, infatti, raccolta nell’essenza di un femminile maturo, è ora in grado di educare l’uomo all’amore. E le donne più giovani, a non pendere dalla bocca e dal desiderio volubile del maschio.
Quel momento fatidico dell’uscita dall’agenda biologica – la menopausa – vissuto spesso come una malattia, è un privilegio. La creatività si libera dalle maglie del meccanismo riproduttivo per entrare naturalmente in contatto con il trascendente, nell’ordinario. L’amore si raccoglie – come prima accadeva con il sangue – per essere dispensato, non solo ai nipoti.
La donna, che è in grado di richiamare la sua essenza femminile, è pronta a conoscere una dimensione transpersonale dell’amore. Sa che il sesso è al servizio della vita e dell’amore, non viceversa. È ora, potenzialmente, una maestra di vita. Una maestra d’amore.