Il cambiamento-breve dialogo

Il cambiamento-breve dialogo

Siccome mi prendo per qualcuno e inoltre per un qualcuno “scacio”, incompleto che cerca un cambiamento verso la “completitudine” e un me risolto, vado, inevitabilmente, in cerca di un me diverso, più appagato. Inevitabilmente – da segnare – niente di scorretto o sbagliato. Umano.

Son qui, a dispetto di me stessa, a fornire – in apparenza – corde, chiodi e scarponi risolati e tuttavia quella ipotetica vetta appare ora come un miraggio e ancor più un miraggio un qualcuno che possa e debba raggiungerla.
Fino a prova contraria. 😉

Qualche giorno fa, ne nacque, dunque, questo scambio. Il tutto prese piede da una di quelle citazioni – poetiche – che tanto affollano faccialibro. Rigorosamente in inglese, qui la traduco:

“Sii umile, sii semplice. Inchinati davanti alla grandezza di un fiore, di una nuvola, di un insetto. Non essere niente. Non essere nessuno. Sii letteralmente un niente. E quando sei completamente vuoto, il contenitore può essere riempito con tutto, ciò che sei veramente.” Nikos Kazantzakis

Mi scappò questo pensiero:
«Peccato che l’essere umili e semplici non possa essere un imperativo. L’umile che sa di essere umile non è umile».

In risposta:
«Si resta come siamo, allora? Se sono una stronza, non posso fare un percorso di cambiamento? Così sono e così resto? Forse non ho capito il tuo pensiero.

«Sì, si resta non come ma chi o cosa siamo(e non siamo) davvero. Questo “chi o che cosa sono davvero” non è a nessun titolo influenzato dal come. L’umiltà – se è data – è una delle fragranze di questo “cosa sono davvero” senza nessuno che lo sia.
Lo so, appare paradossale se cerco di coglierlo.
Si tratta di un cortocircuito più che di una comprensione. Pronta a contraddirmi.
PS: essere stronzi è ugualmente funzionale al grande disegno – se esiste – che essere “carini”…

Amare tutto, ogni minuscolo neo, ogni apparente me stronza, ogni espressione, ogni accadimento e anche ogni resistenza all’espressione di questo amore, ogni apparente incapacità di amare quel di cui sopra… Io, finalmente nuda da ogni io, altro non saprei che dire ed è sempre dir poco e male

Se c’è da fare un percorso lo si fa. Inevitabilmente. Come quando attraverso il corridoio per andare in bagno e mi scappa forte. Che questo si ponga quale causa per un effetto, per un cambiamento, è un altro paio di maniche.
Accade solo cambiamento, comunque».

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