il fattore famiglia
Nella mia esperienza di lavoro con il campo sistemico, meglio conosciuto come il campo delle costellazioni familiari, ho avuto modo di trovarmi di fronte ad alcune evidenze.
Queste riguardano il modo in cui tendiamo a gestire, quello che qui chiamo, il fattore o l’effetto famiglia.
Qualcosa che assomiglia – mi sovviene adesso – alla gestione del trauma: combattiamo il suo effetto, amplificando la sua importanza; lo congeliamo – diminuendolo – in qualche oscura tasca secondaria e defilata della nostra esistenza; rifuggiamo – aggirandolo – il suo effetto, relegando i legami familiari e intimi a una sfera secondaria, ininfluente e priva d’importanza.
Alla fuga – al rifuggire – aggiungerei anche il fenomeno della sublimazione-compensazione spirituale e in certi suoi “dogmi”, che per i più restano concettuali. Uno di questi, per es., è che ” Io non sono il corpo” e tuttavia per comunicarlo, pare che abbia bisogno di una bocca. Che non siamo mai nati e quindi che importanza mai possono avere i genitori? Sono, come lo sono stati per me, durante una fetta della mio vivere, un banale incidente di percorso.
Tale realtà paradossale – non sono ma sono – può far incorrere in tale sublimazione anche coloro, la cui esistenza fiorisce nella popolarità del maestro spirituale, per meglio capirsi, del guru, senza alcuna eccezione negativa nei confronti di questo termine.
Quello che sto cercando di esprimere, per il piacere di farvi parte, nasce dall'”ascolto” di due eventi, personaggi ben diversi, apparentemente.
Augurandomi che abbiate ancora voglia di leggere, ve li voglio raccontare.
Intanto mi riallaccio alla lettura sopra, secondo le reazioni tipiche a un trauma. La famiglia, quindi, è trauma? La nascita sì, in qualche modo lo è, in misura maggiore o minore a seconda degli eventi. Ciò, tuttavia, non deve necessariamente conferire al trauma un’imperante potestà, come talvolta accade.
Nascere, in senso organico, significa nascere a-in una famiglia + chi, nell’eventualità ne fa le veci. Questo fatto inevitabilmente, scaricherà innumerevoli programmi-condizionamenti nel nostro hardware. Cartelle e file che possiamo anche arrivare a chiudere, archiviare e integrare. Ho i miei dubbi che i più possano farlo, senza aprirli.
Partiamo da coloro che rappresentano delle autorità spirituali, per capirsi. Più di una volta ho intuito, quello che, in un certo senso la mia femminilità, leggeva come un bypass, almeno nella comunicazione con gli studenti, i devoti o come vogliamo chiamarli. Accanto al personaggio in questione c’erano, in bella vista e in lodevole omaggio, le immagini di lignaggio spirituale: il maestro e il maestro del maestro.
Di fatto, qualcosa in me, percepiva una dissonanza, una distorsione, pur dicendomi che non ero certo all’altezza di muovere una contestazione, per capirsi, di fronte a tanta risvegliata consapevolezza. Eppure tale “contestazione” permaneva. Quindi, a un certo punto, mi son trovata a parlare – in remoto – con tale, amato spirito in carne e ossa, e a dirgli che leggevo come un bypass quello di rimuovere i genitori in tale strumentale, ininfluente recesso. Come fanno i più, di quella levatura spirituale. Che, se tanto mi da tanto, non c’è lignaggio spirituale senza lignaggio generazionale e che, questo, lo precede, in una funzionale linea temporale.
Ebbene, qualche giorno dopo, guardando un video del sopraddetto, mi sono accorta che se a destra aveva la foto del guru e del guru del guru, a sinistra, aveva, stavolta, anche la foto del padre e della madre. Ricordo di aver pianto, di gratitudine. Io li vedevo alla sue spalle e ora avevano trovato il loro posto.
Il secondo fattore-effetto famiglia ho avuto modo di notarlo di recente. Dal racconto di un conoscente, appena uscito da un mese e mezzo di ospedale, a seguito di un aggravamento di una polmonite dovuta, pare, all’innominabile virus, che tanta importanza ha assunto negli eventi di questi giorni. Mi ha detto che a un certo punto, molto del suo vissuto familiare ha sgomitato, dolorosamente, per farsi strada, sorprendendolo e veicolando una chiarezza inaspettata e sottovalutata.
Senza soffermarmi ulteriormente prendo, di nuovo, atto, che l’effetto famiglia non può essere semplicemente accantonato, in nome di un’autonomia spesso superficiale e non indagata.
Questo mi ha spinta a ripartire da zero, nell’espormi a ed esporre l’opportunità di partecipazione a tale indagine, grazie alle >nuove costellazioni familiari.
L’evento: 21 Luglio, ore 18:30 – 22:30
Il fattore famiglia
Sulle colline dei dintorni di Cesena, nella natura, a ridosso del bosco.
Chiama o scrivi per ulteriori info e per la prenotazione: nityama@elsamasetti.it, @ElsaNityama su telegram, 340 7880612