Mettere l'amore al primo posto
Riflessioni in risposta ad un’amica
Il termine insegnare è forte e forse inappropriato… per questo tendo a usare la parola educare, trasmettere, il che non vuol dire fare le maestrine e dispensare insegnamenti piuttosto mettere l’amore che siamo al primo posto (e non l’uomo), senza compromessi. Per dirla con le parole di Hellinger mettere al primo posto ciò che guida entrambi, l’amore dello spirito. Che è anche amore della verità.
La donna è responsabile biologicamente dell’amore quindi quale altra responsabilità dovrebbe prendersi? E se non se la prende va bene, che cessi di lamentarsi dell’uomo allora.
La rabbia della donna di cui parli è una ferita atavica nutrita emozionalmente da quella capacità perduta da parte dell’uomo di amare divinamente la donna. E a livello sistemico la madre, mi vien da dire – nella visione ampia la Madre del Mondo, la Madre-Terra. La ferita c’è, va vista, sentita e riconosciuta nel corpo, è un corpo emozionale dentro il corpo.
Anche nella donna è, in primis, rabbia e rivalsa nei confronti della madre e quindi di noi stesse in quanto donne.
Per questo all’inizio del >”mio” percorso ho messo le costellazioni familiari e gli anelli dell’amore. Quello che sto proponendo a piccoli passi, e ancora in nuce, è un intinerario che non so bene dove operativamente porti. Lo sto mettendo a punto, saranno poi le persone che frequentano a darmi la misura.
L’emozionalità nella donna (il passato) ha molto a che vedere con la qualità del rapporto sessuale. Questo mi è chiaro da tempo.
L’uomo è in grado di aiutare la donna a trasformare la sua emozionalità (rabbia, risentimento etc…) a partire dalla sua capacità di raccogliere attraverso il pene quelle energie profonde femminili sottostanti al groviglio di emozioni. Il termine che usi parlando degli uomini che hai conosciuto – egoismo – è appropriato. Fa parte della chimica del testosterone e dell’area corticale adibita. La donna da parte sua è necessario che sia disponibile ad essere onestamente ciò che è senza lasciarsi fuorviare dalla paura di perderlo. Tendiamo a compiacere, criticare, predicare e minacciare e, allo stesso tempo, a rimanere (sempre più emozionali) piuttosto che, se necessario, uscire dalla relazione. La stessa cosa può succedere con il lavoro, ce ne lamentiamo senza correre il rischio di perderlo. Nella donna l’amore per il compromesso è più forte dell’amore per l’amore che è ciò che siamo e che possiamo donare. Questo significa anche rinunciare a tutte le varie tattiche per tenerlo, ammansirlo, compiacerlo, a partire dall’atto sessuale.
Osho dice che la donna può liberare l’uomo dalla libidine e l’uomo la donna dalla passionalità emozionale. Il punto è crescere insieme in consapevolezza, osservando le pretese – prima quella dell’orgasmo (l’imperativo “fammi godere”, Vasco Rossi docet) – Fare del rapporto sessuale una “disciplina”, per maturare nell’amore dell’amore che è il medium della verità e dello spirito, piuttosto che un gratificante e indulgente pasto a base di piaceri piccanti. Tutto qui. E a mio avviso il tempo è maturo.
Voi che ne dite?