Neanche Carola (buona, buonista?)
Questa volta è toccato a Carola d’incarnare la nostra infantile, cieca buona fede (buonista?!?!)
E si butta là lo slogan, lo si snocciola: buonista!
Come riconosco in me l’effetto del buonismo, oltre le associazioni ripetute? È una falsa-cieca bontà, la riconosco da una sorta di auto-compiacimento, è interessata. Che sia legittima, in buona fede, ci sta ed è anche vero che sotto sotto si bea di essere la sola, l’unica nel giusto.
Al di là del conio dei termini, la buona coscienza, la cosiddetta coscienza morale è un movimento collettivo inconscio, è la voce di un dio giudicante introiettata. Essa non vuole il bene degli altri, tende e desidera egoisticamente sentirsi a posto, con se stessa.
Divide così in buoni e cattivi, cercando a tutti i costi di guadagnarsi il consenso morale dei più. Ed è anche vero che c’è un proverbio vecchiotto, popolare, che dice: le buone intenzioni lastricano la via per l’inferno. Anche quelle di Carola lo faranno. Sta già succedendo. Ogni guerra si combatte per buona coscienza. Guarda bene.
Ogni fottuta guerra è motivata da buone, buonissime intenzioni. Si tratta di una coscienza collettiva inconscia che vuole soltanto salvare se stessa, sfoderando anche una sorta d’infantile onnipotenza. La riconosci?
Vuole sentirsi innocente, eroica, pura d’intenti.
Ogni guerra nasce su questi buoni principi e ogni eroe ne è infarcito.
Chi abbraccia un’altra consapevolezza, libera dalla voce morale di un dio che punisce i cattivi e premia i buoni va incontro alla solitudine e spesso alla morte. I veri e rari ribelli.
Non questa donna che bonariamente sta espiando le colpe altrui o s’illude di farlo. Sì, lungi da me i ben intenzionati, i santarelli, i bambinoni con il loro pensiero magico.
Lungi. Morali e immorali siamo a bagno nello stesso movimento inconscio.
Il vero coraggio sta nell’amoralità.
Il sole è amorale. Scalda tutti senza salvare nessuno. Neanche Carola.
PS: il cattivista è un buonista al rovescio. Slogan. Per essere cattivi ci vuole fegato non le solite accuse puerili che inneggiano allo stupro.