Sesso e presenza
Molti dei conflitti nella relazione con il partner giacciono nell’atto dell’accoppiamento stesso, nell’ignorare la polarità organica di uomo e donna. Gli organi sessuali sono magneti intelligenti, dotati dell’alta consapevolezza della vita e dell’amore, ne sono infatti i portatori primi. Il corpo sa come “fare l’amore” eppure l’uomo è l’unico animale che usa “le fantasie e si affida al divagare, al passato” per addomesticare il corpo, cercando di migliorare la sua prestazione e, di fatto, influenzandone la naturale polarità.
Dall’altro lato l’uomo è anche l’unico animale che può fare l’amore guardando negli occhi il partner e questo significa accendere la presenza, la consapevolezza.
Pochi sospettano che gli innumerevoli residui e calcinacci emozionali, ammassati pian piano a separare la coppia, si creino nel rapporto sessuale. Niente muove le più alte ondate emozionali dell’accoppiarsi stesso poiché niente è più legato al sistema endocrino atto a rilasciarle. E questo è solo uno dei motivi. Peccato, però, che l’amore non sia un’emozione, nonostante siano in molti a voler rafforzare la credenza contraria.
Quando ho visto per la prima volta l’immagine sopra – mi trovavo in India -ho avuto la percezione chiara di “un fare senza fare”, senza strategie, “preliminari-premeditati”, copioni a monte, gesti a memoria… il “fare” – l’accadere del movimento – è lasciato al cammello, al suo passo, al suo trotto.
La coppia si staglia con fermezza in contatto con il movimento del cammello, priva di intenzione e volontà, si lascia portare, muovere. L’immobilità dei due amanti è resa mobile dal passo in atto del cammello, evidente nell’immagine tanto quanto lo stato contemplativo e fermo della coppia. Essi restano assorbiti nel loro centro, nel più intimo e profondo degli incontri, quello amoroso.
Sono vigili, presenti e allo stesso tempo totalmente abbandonati al trotto del cammello, al suo energico tenere il passo. Passo che gli amanti non decidono – eccitandosi a vicenda – ma assecondano, senza resistenza alcuna. Il loro sguardo è raccolto nella verticalità… di una bacchetta o stele. Sono nell’atto sessuale, non altrove.
Non so che cosa abbia voluto comunicare il pittore e non ha importanza. Di certo nella penetrazione degli amanti non c’è movimento pre-meditato, meditazione sì. L’atto sessuale quale meditazione, raccoglimento. Come lo so? Lo so perché ne ho esperienza. Lo so perché sono una donna, dotata delle chiavi biologiche adatte a indagare il regno della sessualità e dell’amore.
Un tempo ho sentito il mio “barbamaster” dire: se ti piace mangiare fai del mangiare la tua meditazione, se ti piace dipingere fai della pittura la tua meditazione, se ti piace suonare fai della musica la tua meditazione, se ti piace fare l’amore fai del fare l’amore la tua meditazione…
L’ho preso alla lettera e il campo della sessualità e del cibo sono stati e sono tra i miei migliori maestri quotidiani.
Fare l’amore “sul cammello al passo e al galoppo – quando si manifesta il galoppo” è l’immagine evocativa di un processo che richiede riconciliazione, a partire da quel primo atto sessuale dei nostri genitori, grazie al quale siamo qui. Riconciliazione con il sistema di appartenenza, con il corpo, con la mente, con il sesso e l’amore.