Sesso sacro, tantra e dintorni

Sesso sacro, tantra e dintorni

Eros-corpo-tempioIl sesso sacro non è una specie rara a rischio di estinzione. Oppure una sorta di fantastico erotismo per eletti. O quel qualcosa che può accadere dopo che hai imparato il massaggio tantrico. Oppure, il derivato di rituali misteriosi, ai quali essere iniziati solo in certe scuole di dubbio tantra. O il miraggio di un orgasmo divino, premio ambito da qualche contorsionista del kamasutra.

Il sesso è già sacro.
Così riconosciuto e accolto, merita che la sua soglia, sia varcata con attenzione. È naturale come il canto degli uccelli all’alba, come l’odore che si sprigiona dalla moka a colazione, come il calore del sole e quello della mano che accogli, come il vagito di un neonato e l’ultimo respiro di un morente. Ogni volta che assapori la delizia del flusso vitale che scorre nel corpo – puoi interrompere la lettura e sentirlo ora – quel suo leggero solleticare sulla punta del naso, delle dita, sulle labbra, quella delizia è il piacere della vita, che non esiste senza sesso.

La storia che ci raccontiamo su di esso lo carica di eccitazione, le fantasie e i pensieri che ci ricamiamo sopra lo trasformano in una sorta di ossessione, morale e immorale. Il riguardo nei confronti del sesso è il vero rispetto, per l’altro e per ogni forma di vita. Da qui quel movimento d’amore che risveglia in tutti noi. Da qui l’istintivo godimento quando pensiamo di scoprirlo per la prima volta. Delizia non da meno è stata quella di succhiare il seno di nostra madre.

Tutto è sessuale. La Natura è una danza ininterrotta di unioni sessuali. Da qui, il sesso è, al meglio, incluso nel Tantra, al peggio è in esso malinteso.

Prendere atto della sua sacralità è il primo passo fondamentale. Perché il sesso è il fondamento. Nell’unione sessuale l’amore e la vita s’intrecciano al massimo del loro compimento. L’aspetto divino attribuito all’atto sessuale non si basa solo sulla sua utilità procreativa ma anche sul suo carattere voluttuoso. Il godimento è il riflesso della condizione divina. Sebbene abbiano cercato di marchiarci a fuoco con il simbolo dolente della croce.

Il sesso è la più sacra delle forze della vita che si fa amore e dell’amore che si fa vita. La più istintiva tra le energie, ordinaria e spontanea, fintanto che tentiamo di addomesticarla. Lo insegniamo ai nostri figli che l’istinto sessuale è la più naturale e dolce delle energie? La più creativa e quindi divina? O preferiamo mettere l’argomento tra gli ultimi da affrontare nella lista dei nostri impegni, delegando?

Tutto fa capo alla sessualità. Quella che mettiamo in piazza sul web e allo stesso tempo negli angoli della vergogna. Quella di cui vantarsi senza pudore, confinandola poi tra le indicibili frustrazioni. Quella che separiamo dall’amore. Si dice “fare l’amore”, ma abbiamo dimenticato che quel “fare” sta per “creare” amore.

Restituire potere sacro alla sessualità, è il più alto dei nostri compiti, di cui la donna deve farsi apripista. Lei è la fucina della vita. A lei è stato dato il mazzo di chiavi più pesante per quanto riguarda il regno dell’amore.

Quell’amore ordinario, terreno, che garantisce alla vita la sua continuità, dal quale deriva tutto il resto, inclusa ogni altra espressione dell’amore. A lei è stato concesso, a un certo punto, di uscire dalla ruota della riproduzione e di vivere l’ampiezza dell’amore – se non si perde nella guerra alle rughe. A lei è stata accordata l’opportunità di un naturale distacco dalla frenesia sessuale – se non si attacca al passato.

Libero dalla frenesia, dall’ossessione sessuale, questo è il sesso – l’amore – nel Tantra.
Spiacente per chi vi cerca sesso ad alto voltaggio. Che si accontenti della pornografia.

Tanto ci narrano le pareti dei Templi Tantrici a Khajuraho, in India, dove l’eros è scolpito, in molte delle sue manifestazioni. I templi sono nati, al tempo, per guarire dall’ossessione sessuale e non per aizzarla, come si è pensato poi. Di certo possono ancora, meditando sulle sue sculture, contribuire a farlo. La perversione non è del sesso ma del pensiero ignorante che lo corrompe.

La parola “perverso”, alla quale associamo chissà quali immagini perverse – appunto – ha molto da condividere con “universo”. Cambia la radice. La prima porta il significato originario di stravolgere (l’ordine, l’armonia), di volgere al duplice. Nella seconda il volgere è all’armonia, all’uno. Si tratta di uno spostamento. Di un disordine, che può essere visto e magari sanato. Come ben si vede nell’approccio delle nuove costellazioni familiari, che volentieri includo in un accompagnamento verso l’esplorazione di una vita amorosa più appagante, nell’intimità e nella coppia.

Sebbene siano sincere le parole di Thich Nhat Hanh, quando dice che essere casti è più facile che vivere una sessualità sana, è davvero tempo di comprendere, che la castità fisica è stata ed è ancora – per molti monaci e prelati – la cartina di tornasole di una mente ossessionata dal sesso. Non di un corpo, ma di una mente casta abbiamo bisogno, se vogliamo contribuire alla pace del pianeta. “L’amore che ignora il terreno dell’amore fisico, l’incontro nel corpo di uomo e donna, è (e resta) amore intellettuale.” (Barry Long)

Questo mio articolo è uscito sul numero in corso della rivista trimestrale ViviConsapevole
Tra gli eventi: >Viaggio in India, ai templi dell’amore Tantrico
1-10 dicembre 2016: molto più di una vacanza

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